Quello sopra è il dato della prima parte della raccolta delle opere "Zibaldone" di Giacomo Leopardi
Questo è il modo piu' bello per festeggiare la 3° Comparazione Generale e probabilmente sara' unica essa stessa,perche' i periodi evidenziati sopra,sono la parte finale della 1° selezione e l'inizio della seconda:)
La scelta è stata completamente casuale e non immaginavo mai che contenessero 2 Opera Top Global Page:)
Quella evidenziata in verde,tra i tanti domini in matching,ha anche quello di "vatican.va" e la pubblicazione specifica unita,rappresenta la costituzione stessa della Chiesa Cattolica Romana,perche' i suoi contenuti,hanno come riferimento,tutti i lavori del Concilio Vaticano 2°.
Sarebbe una terza Opera Top Global Page,anche quella evidenziata in blu,perche' tra i suoi domini,esiste anche "escrivaworks.org" e non è "uno spazio qualsiasi",ma è quello ufficiale,dedicato al fondatore dell'Opus Dei:).
Solo il "Divino Supremo" poteva creare queste combinazioni e quando ho scritto la pubblicazione originale,non l'immaginavo nemmeno "di osare cosi' tanto"!:)
Sinceramente "la scelta di osare" non è stata affatto difficile,perche' ho scritto semplicemente quello che avevo davvero in mente,senza preoccuparmi dei contenuti degli altri domini:)
Certamente,vedere la stessa pubblicazione 3 anni dopo,fa' un notevole effetto "l'associazione dei domini" con i periodi in matching:).Pero' è una verifica anche questa,perche' tutte le pubblicazioni sono precedenti ad "Aprile 2015" e quindi esiste sia "la sicurezza matematica" e la "semplice ragione"che i contenuti della 3° Comparazione Generale,derivano solo da pensieri naturali:)
Ha circa 4 mila termini effettivi ed oltre 1100 sono i suoi unici e quindi con queste dimensioni "sarebbe stato logico" utilizzare qualche strumento di verifica,perche' "gli eventuali matching" con i domini sopra (e quello sotto) "non sono consigliabili" per qualsiasi contenuto:)
Questa sarebbe la pagina integrale de "Lo Zibaldone" unita al periodo sopra evidenziato in giallo:) (è il 33°,ed è il precedente a Gaudium et Spes:)
(è possibile fare un equivalenza completa con la Divina Commedia,ad iniziare dagli autori originali stessi:)
I contenuti sopra derivano da 1 sola pagina,mentre la Divina Commedia,in lingua italiana, ha questi dati
(108 mila in lingua inglese)
e nel dato sono comprese anche le note,inseriti da altri autori,rispetto agli originali.
Nei dati della pagina sopra non sono comprese le note,perche' non esistono proprio e quindi le dimensioni reali,sono assai vicine all'intera Divina Commedia:)
Le Opera Top Global Page sono nate per i pensieri evidenziati sotto:
Le posizioni non sono casuali,perche' "fisicamente" rappresentano il contesto completo stesso (attraverso i Top Friend Din è semplicissimo comparare i domini e le loro associazioni;"Opera Top Global Page" sara' utilissima per comprendere cosa significano le dimensioni,associate ai periodi completi delle varie pubblicazioni;il Frame Global Limit è la somma di entrambi,moltiplicato per il contesto oggettivo degli spazi e quindi diventa anche il miglior valore dei dati stessi e delle loro applicazioni.
Questo è il pensiero originale e poi è possibile associare un breve passaggio,tratto dai contenuti dedicati a "Gaudium et Spes" e al loro interno hanno anche delle unioni con "i contesti oggettivi" di qualsiasi pubblicazione (il riferimento è ai passaggi dedicati al Copyright e al Content Marketing)
Questa è la base effettiva da cui "trarre il copyright" e quindi la demenza descritta sopra è assoluta e poi esiste una collocazione oggettiva e sono i contenuti di "Opera Top Global Page",perche' hanno al loro interno i capolavori assoluti dell'intera umanita'.
La loro collocazione ha un motivo specifico, ed è la parte descrittiva iniziale della raccolta,pero' è possibile applicarla anche a questo contesto,ed è molto semplice compararla con gli idioti che pretendono pure la tassa sui link degli snippet,ad iniziare dai contenuti oggettivi dei capolavori letterari:)
(non li possiedono nemmeno quest'ultimi, ed esiste una ragione naturale e cioe' le opere sono composte anch'esse da termini e possono essere ovunque e questa collocazione decide l'originalita' dei periodi e quindi di qualsiasi pubblicazione).
Quindi al passaggio evidenziato in verde è possibile aggiungere anche la sintesi di quello evidenziato in blu:cioe' le "Opera Top Global Page",rappresentano le fondamenta e i "muri maestri" di qualsiasi "architettura dei contesti",per la semplice ragione che sono,esse stesse,dei capolavori,attraverso sempre dei contenuti,realizzati "con dei termini"!:)
Da questa posizione, diventa semplice evidenziare anche "il loro opposto":)
E' sufficente iniziare dagli idioti che pretendono pure "una tassa sui link degli snippet" e il riferimento è ai contenuti e quindi al copyright (essendo idioti,le probabilita' che siano solo presunti,sono elevatissime per entrambi!:)
Gli stessi dati rendono evidente anche la demenza descritta sopra e associata,prevalentemente,ai mezzi di comunicazione tradizionali italiani
(la loro migliore scuola potrebbe essere la banca d'itaGlia ed è "specializzatissima" nei disallow e quindi sarebbero del tutto esclusi i contenuti degli snippet:)
La parte evidenziata sopra,deriva sempre dai contenuti di Gaudium et Spes
Quello sopra è solo un esempio "di quanto sia specializzata" la banca d'itaGlia nei disallow:)
Tramite questo metodo, è escluso qualsiasi problema dei content uniti ai link degli snippet e cioe' non esistera' nessuma violazione di "copyright",perche' non saranno presenti proprio i contenuti:)
L'immagine sopra deriva dal 9° RF (4D)
Altri contenuti sono nella stessa decade e la ricerca è semplice perche' sono tutti nel Gold Star attuale.
Questa pubblicazione servira' per avere un collegamento,all'interno del 5° RF e naturalmente il relativo passaggio,sara' dedicato alla nuovo "Opera Top Global Page" e i contenuti originali sono quelli sotto:
GIACOMO LEOPARDI
Da questa posizione, diventa semplice evidenziare anche "il loro opposto":)
E' sufficente iniziare dagli idioti che pretendono pure "una tassa sui link degli snippet" e il riferimento è ai contenuti e quindi al copyright (essendo idioti,le probabilita' che siano solo presunti,sono elevatissime per entrambi!:)
Gli stessi dati rendono evidente anche la demenza descritta sopra e associata,prevalentemente,ai mezzi di comunicazione tradizionali italiani
(la loro migliore scuola potrebbe essere la banca d'itaGlia ed è "specializzatissima" nei disallow e quindi sarebbero del tutto esclusi i contenuti degli snippet:)
La parte evidenziata sopra,deriva sempre dai contenuti di Gaudium et Spes
Quello sopra è solo un esempio "di quanto sia specializzata" la banca d'itaGlia nei disallow:)
Tramite questo metodo, è escluso qualsiasi problema dei content uniti ai link degli snippet e cioe' non esistera' nessuma violazione di "copyright",perche' non saranno presenti proprio i contenuti:)
L'immagine sopra deriva dal 9° RF (4D)
Altri contenuti sono nella stessa decade e la ricerca è semplice perche' sono tutti nel Gold Star attuale.
Questa pubblicazione servira' per avere un collegamento,all'interno del 5° RF e naturalmente il relativo passaggio,sara' dedicato alla nuovo "Opera Top Global Page" e i contenuti originali sono quelli sotto:
GIACOMO LEOPARDI
ZIBALDONE
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura (1817-1832)
Palazzo bello. Cane di notte dal casolare, al passar del viandante.
Era la luna nel cortile, un lato
Tutto ne illuminava, e discendea
Sopra il contiguo lato obliquo un raggio...
Nella (dalla) maestra via s’udiva il carro
Del passegger, che stritolando i sassi,
Mandava un suon, cui precedea da lungi
Il tintinnìo de’ mobili sonagli.
Onde Aviano raccontando una favoletta dice che una donna di contado piangendo un suo bambolo, minacciogli se non taceva che l’avrebbe dato mangiare a un lupo. E che un lupo che a caso di là passava, udendo dir questo alla donna credettele che dicesse vero, e messosi innanzi all’uscio di casa così stette quivi tutto quel giorno ad aspettare che la donna gli portasse quella vivanda. Come poi vi stesse tutto quel tempo e la donna non se n’accorgesse e non n’avesse paura e non gli facesse motto con sasso o altro, Aviano lo saprà che lo dice. E aggiugne che il lupo non ebbe niente perchè il fanciullo s’addormentò, e quando bene non l’avesse fatto non ci sarìa stato pericolo. E fatto tardi, tornato alla moglie senza preda perchè s’era baloccato ad aspettare fino a sera, disse quello che nell’autore puoi vedere.
(Luglio o Agosto 1817).
Una Dama vecchia avendo chiesto a un giovane di leggere alcuni suoi versi pieni di parole antiche, e avutili, poco dopo rendendoglieli disse che non gl’intendeva perchè quelle parole non s’usavano al tempo suo. Rispose il giovane: Anzi credea che s’usassero perchè sono molto antiche.
Tutta la notte piove
E ritornan le feste a la dimane:
Fan del regno a metà Cesare e Giove.
Dal niente in letteratura si passa al mezzo e al vero, quindi al raffinamento: da questo non c’è esempio che si sia tornato al vero. Greci e latini italiani. Lo squisito gusto del volgo de’ letterati non può essere se non quando ei non è ancora corrotto. P.E. i cinquecentisti volgari non peccavano d’altro che di poco, non di troppo, e però erano attissimi a giudicar bene del molto, o sia del vero bello, come faceano.
Il trecento fu il principio della nostra letteratura, non già il colmo, imperocchè non ebbe se non tre scrittori grandi: il quattrocento non fu corruzione nè [2] raffinamento del trecento, ma un sonno della letteratura (che avea dato luogo all’erudizione) la quale restava ancora incorrotta e peccava ancora più tosto di poco. Poliziano, Pulci. Il cinquecento fu vera continuazione del trecento e il colmo della nostra letteratura. Di poi venne il raffinamento del seicento, che nel settecento s’è solamente mutato in corruzione d’altra specie, ma il buon gusto nel volgo dei letterati non è tornato più, nè tornerà secondo me, perchè dal niente si può passare al buono, ma dal troppo buono o sia dal corrotto stimo che non si possa.
Non il Bello ma il Vero o sia l’imitazione della Natura qualunque, si è l’oggetto delle Belle arti. Se fosse il Bello, piacerebbe più quello che fosse più bello e così si andrebbe alla perfezion metafisica, la quale in vece di piacere fa stomaco nelle arti. Non vale il dire che è il solo bello dentro i limiti della natura, perchè questo stesso mostra che è l’imitazione della natura dunque che fa il diletto delle belle arti, imperocchè se fosse il bello per se, vedesi che dovrebbe come ho detto più piacere il maggior bello, e così più piacere la descrizione di un bel mondo ideale che del nostro. E che non sia il solo bello naturale lo scopo delle Belle Arti vedesi in tutti i poeti specialmente in Omero, perchè se questo fosse, avrebbe dovuto ogni gran poeta cercare il più gran bello naturale che si potesse, dove Omero ha fatto Achille infinitamente men bello di quello che potea farlo, e così gli Dei ec. e sarebbe maggior poeta Anacreonte che Omero ec. e noi proviamo che ci piace più Achille che Enea ec. onde è falso anche che quello di Virgilio sia maggior poema ec. Passioni morti tempeste ec. piacciono egregiamente benchè sian brutte per questo solo che son bene imitate, e se è vero quel che dice il Parini nella Oraz. della poesia, perchè l’uomo niente tanto odia quanto la noia, e però gli piace di veder qualche novità ancorchè brutta. Tragedia. Commedia. Satira han per oggetto il brutto ed è una mera quistion di nome il contrastar se questa sia poesia. Basta che tutti la intendono per poesia Aristotele e Orazio singolarmente e che io dicendo poesia intendo anche questi generi. V. Dati Pittori ed. Siena 1795. p.57.66.
Il brutto come tutto il resto deve star nel suo luogo: e nell’Epica e lirica avrà luogo più di raro ma spessissimo nella Commedia Tragedia Satira ed è quistion di parole ec. come sopra. Il vile di raro si dee descrivere perchè di raro può star nel suo luogo nella poesia (eccetto nelle Satire Commedie e poesia bernesca) non perchè non possa essere oggetto della poesia. Ancora potendo esser molti generi di una cosa e questi qual più qual meno degno, [3] niente vieta che dei diversi generi di poesia altro abbia per oggetto più particolarmente il bello altro il doloroso altro anche il brutto e il vile, e però qual sia più nobile e degno qual meno e non per tanto tutti sieno generi di poesia, nè ci sia oggetto di veruno di essi che non possa essere oggetto della poesia e delle arti imitative ec.
La perfezione di un’opera di Belle Arti non si misura dal più Bello ma dalla più perfetta imitazione della natura. Ora se è vero che la perfezione delle cose in sostanza consiste nel perfetto conseguimento del loro oggetto, quale sarà l’oggetto delle Belle Arti?
L’utile non è il fine della poesia benchè questa possa giovare. E può anche il poeta mirare espressamente all’utile o ottenerlo (come forse avrà fatto Omero) senza che però l’utile sia il fine della poesia, come può l’agricoltore servirsi della scure a segar biade o altro senza che il segare sia il fine della scure. La poesia può esser utile indirettamente, come la scure può segare, ma l’utile non è il suo fine naturale, senza il quale essa non possa stare, come non può senza il dilettevole, imperocchè il dilettare è l’ufficio naturale della poesia.
Sentìa del canto risuonar le valli D’agricoltori ec.
Più ci diletterebbe una pianta o un animale veduto nel vero che dipinto o in altro modo imitato, perchè non è possibile che nella imitazione non resti niente a desiderare. Ma il contrario manifestamente avviene: da che apparisce che il fonte del diletto nelle arti non è il bello, ma l’imitazione.
Il quattrocento restò dal fare, ma conservava l’idea del bello incorrotta; però benchè non facesse, pure apprezzava il fatto anzi lo cercava: quindi l’infinito studio de’ Classici e l’erudizione dominante nel secolo. Il cinquecento col capitale acquistato nel 400 e coll’istradamento del 300 tornò a fare. Ma il seicento perchè era non debole ma corrotto, non solamente non sapea far bene, ma disprezzava il ben fatto anzi gli dispiacea. Quindi la dimenticanza di Dante del Petrarca ec. che non si stampavano più. Nel principio del settecento ripigliammo non le forze, ma solo il buon gusto e l’amore degli studi classici, e la prima metà di questo secolo somiglia però al quattrocento, nè si fa molto conto di quest’epoca di risorgimento perchè non produsse (come il 400) nessun lavoro d’arte fuorchè la Merope, e durò tanto poco che un uomo stesso potè aver veduto il tempo di corruzione il risorgimento e il ricadimento. Ricadute le nostre lettere (nella imitazione e studio degli stranieri) son comparsi nella seconda metà del 700 e principio dell’800 i nostri [4] ultimi lavori d’arte. Questi sono di quegli scrittori che nella corruzione si conservano illesi, non possono essere stimati da molti ec. Ma adesso l’arte è venuta in un incredibile accrescimento, tutto è arte e poi arte, non c’è più quasi niente di spontaneo, la stessa spontaneità si cerca a tutto potere ma con uno studio infinito senza il quale non si può avere, e senza il quale a gran pezza l’aveano (spezialmente nella lingua) Dante il Petrarca l’Ariosto ec. e tutti i bravi trecentisti e cinquecentisti. Questo avviene perchè ora si viene da un tempo corrotto (oltrechè si sta pure tra’ corrotti) e bisogna porre il più grande studio per evitare la corruzione, principalmente quella del tempo la quale prima che abbiamo pensato a guardarcene s’è impadronita di noi, e poi quella dei tempi passati, perchè adesso conosciamo tutti i vizi delle arti e ce ne vogliamo guardare, e non siamo più semplici come erano i greci e i latini e i trecentisti e i cinquecentisti perchè siamo passati pel tempo di corruzione e siamo divenuti astuti nell’arte, e schiviamo i vizi con questa astuzia e coll’arte non colla natura come faceano gli antichi i quali senza saperne più che tanto pure perchè l’arte era in sul principio e non ancora corrotta non gli schivavano ma non ci cadevano. Erano come fanciulli che non conoscono i vizi, noi siamo come vecchi che li conosciamo ma pel senno e l’esperienza gli schiviamo. E però abbiamo moltissimo più senno e arte che gli antichi, i quali per questo cadevano in infiniti difetti (non conoscendoli) in cui adesso non cadrebbe uno scolaro. Vizi d’Omero concetti del Petrarca, grossezze di Dante, seicentisterie dell’Ariosto del Tasso del Caro traduzione dell’Eneide ec. E però adesso le nostre opere grandi (pochissime perchè ancora siamo nella corruzione onde pochissimi emergono) saranno tutte senza difetti, perfettissime, ma in somma non più originali, non avremo più Omero Dante l’Ariosto. Esempio manifesto del Parini Alfieri Monti ec. Onde apparisce quel che io disopra ho detto che dopo che le arti di fanciulle e incorrotte si son fatte mature e corrotte, (come gli uomini di mezza età viziosi) invecchiando e ravvedendosi, non potranno più ripigliare il vigore della fanciullezza e giovinezza. Le arti presso i Greci e i latini corrotte una volta non risorsero più presso noi van risorgendo: primo esempio finora al mondo, dal quale solo si possono cavare le prove pratiche della mia sentenza. Se non che i poeti e altri scrittori grandi d’oggi stanno in certo modo agli antichi del 300 e 500 come i greci dei secoli d’Augusto e degli imperatori, p.e. Dionigi Alicarnasseo, Dione, Arriano ad Erodoto Tucidide Senofonte: ma questi eran passati per un’età e si trovavano ancora in un’età più tosto di debolezza che di corruzione.
[5] Come i fanciulli e i giovinetti benchè di buona indole pure per la malizia naturale, di quando in quando scappano in qualche difetto e non per tanto sono differentissimi dagli uomini grandi e cattivi, così gli antichi senza conoscere nè amare i vizi delle arti, per la naturale tendenza dell’ingegno alla ricercatezza e cose tali di quando in quando vi cadeano non riflettendo che fossero vizi, e non per tanto infinitamente differivano dagli adulti artefici del 600 e 700 radicati nella corruzione. E adesso chiunque, per pochissimo che abbia studiato a prima giunta vede che quelli sono errori e che gli antichi hanno errato. P.E. chi non vede adesso che è cosa ridicola e affettatissima il lamento d’Olimpia ec. nell’Ariosto, quello d’Erminia ec. nel Tasso? E pure questi grandissimi poeti perchè l’arte era giovane e senza esperienza in buona fede cascavano in questi errori, e noi perchè siamo vecchi nell’arte col nostro senno e coll’esperienza de’ tempi corrotti, ce ne ridiamo e li fuggiamo. Ma questo senno e questa esperienza sono la morte della poesia ec. Come però si dovrà dire che l’Ariosto per esempio avesse somma arte se cadeva spessissimo in difetti che il più meschino artefice d’oggidì conosce a prima vista? Non avea somma arte ma sommo ingegno, pulitissimo, ma non corrotto, e meno poi ripulito.
Per guardarci dai vizi e dalla corruzione dello scrivere adesso è necessario un infinito studio e una grandissima imitazione dei Classici, molto molto maggiore di quella che agli antichi non bisognava, senza le quali cose non si può essere insigne scrittore, e colle quali non si può diventar grande come i grandi imitati. Come il cocchiere fa guidando i cavalli per la china, che poco concede loro perchè troppo non gli rapiscano.
Padron, se con lamenti e con rammarichi
Si rimediasse a le nostre miserie,
Bisognerebbe comperar le lagrime
A peso d’or: ma queste tanto possono
Le disgrazie scemar, quanto le prefiche
Svegliare i morti con le loro istorie:
Ne’ guai non ci vuol pianto ma consiglio.
[6] Messer tale domandato da alcuni che disputavano sopra una statua antica di Giove in terra cotta che ne sentisse, rispose: Maravigliomi come non vi siate accorti che questo è un Giove in Creta: volendo dire in terra cotta, ma in sembianza, nell’isola di Creta, dove Giove fu allevato.
Sistema di Belle Arti.
Fine - il diletto; secondario alle volte, l’utile. - Oggetto o mezzo di ottenere il fine - l’imitazione della natura, non del bello necessariamente. - Cagione primaria del fine prodotto da questo oggetto o sia con questo mezzo - la maraviglia: forza del mirabile e desiderio di esso innato nell’uomo: tendenza a credere il mirabile: la maraviglia così è prodotta dalla imitazione del bello come da quella di qualunque altra cosa reale o verisimile: quindi il diletto delle tragedie ec. prodotto non dalla cosa imitata ma dall’imitazione che fa maraviglia. - Cagioni secondarie e relative ai diversi oggetti imitati - la bellezza, la rimembranza, l’attenzione che si pone a cose che tuttogiorno si vedono senza badarci ec. - Cagione primitiva del diletto destato dalla maraviglia ec. e però conseguentemente del diletto destato dalle belle arti - l’orrore della noia naturale all’uomo, ricerche sopra le cagioni di quest’orrore ec. - Cagioni dei difetti nelle belle arti - Sproporzione, sconvenevolezza, cose poste fuor di luogo, al che solo (contro l’opinione di chi pensa che provenga dall’avere le arti per oggetto il bello) si riducono i difetti della bassezza della bruttezza deformità crudeltà sporchezza tristizia tutte cose che rappresentate o impiegate nei loro luoghi non sono difetti giacchè piacciono e per mezzo dell’imitazione producono la maraviglia, ma sono difetti fuor di luogo p.e. in un’anacreontica l’imagine di un ciclopo, (per lo più) in un’epopea per lo più la figura di un deforme ec. Altri difetti e vizi; affettazione ec. quasi tutti si riducono alla sconvenevolezza e inverisimiglianza che proviene dallo sconvenirsi tra loro in natura quegli attributi della cosa inverisimile, onde la mente che comprende la [7] sconvenienza degli attributi concepisce l’inverisimiglianza. - Diversi rami della imitazione che formano i diversi oggetti delle belle arti e i diversi generi p.e. di poesia, i quali tanto più son degni e nobili quanto più degni ec. sono gli oggetti, onde un genere che abbia per oggetto il deforme, sarà un genere poco stimabile e da non mettersi p.e. coll’epopea, benchè anch’esso sia un genere di poesia destando la maraviglia e quindi il diletto col mezzo dell’imitazione.