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Jul 9, 2018

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La 3° Comparazione Generale,nei suoi termini, ha un record assoluto,perche' ha 2 Opera Top e a differenza di tutte le precedenti,non deriva "da scelte autonome",sistemate come esempio massimo,ma hanno 2 matching contemporaneamente,con la stessa pubblicazione:)
Inseriro' prima la selezione e sara' uguale a tutte le precedenti e poi sistemero' le divisioni dei periodi.
Questa è prima selezione della pagina esatta in matching,con il dominio "leopardi.it" 
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura (1817-1832) Palazzo bello. Cane di notte dal casolare, al passar del viandante. Era la luna nel cortile, un lato Tutto ne illuminava, e discendea Sopra il contiguo lato obliquo un raggio... Nella (dalla) maestra via s’udiva il carro Del passegger, che stritolando i sassi, Mandava un suon, cui precedea da lungi Il tintinnìo de’ mobili sonagli. Onde Aviano raccontando una favoletta dice che una donna di contado piangendo un suo bambolo, minacciogli se non taceva che l’avrebbe dato mangiare a un lupo. E che un lupo che a caso di là passava, udendo dir questo alla donna credettele che dicesse vero, e messosi innanzi all’uscio di casa così stette quivi tutto quel giorno ad aspettare che la donna gli portasse quella vivanda. Come poi vi stesse tutto quel tempo e la donna non se n’accorgesse e non n’avesse paura e non gli facesse motto con sasso o altro, Aviano lo saprà che lo dice. E aggiugne che il lupo non ebbe niente perchè il fanciullo s’addormentò, e quando bene non l’avesse fatto non ci sarìa stato pericolo. E fatto tardi, tornato alla moglie senza preda perchè s’era baloccato ad aspettare fino a sera, disse quello che nell’autore puoi vedere. (Luglio o Agosto 1817). Una Dama vecchia avendo chiesto a un giovane di leggere alcuni suoi versi pieni di parole antiche, e avutili, poco dopo rendendoglieli disse che non gl’intendeva perchè quelle parole non s’usavano al tempo suo. Rispose il giovane: Anzi credea che s’usassero perchè sono molto antiche. Tutta la notte piove E ritornan le feste a la dimane: Fan del regno a metà Cesare e Giove. Dal niente in letteratura si passa al mezzo e al vero, quindi al raffinamento: da questo non c’è esempio che si sia tornato al vero. Greci e latini italiani. Lo squisito gusto del volgo de’ letterati non può essere se non quando ei non è ancora corrotto. P.E. i cinquecentisti volgari non peccavano d’altro che di poco, non di troppo, e però erano attissimi a giudicar bene del molto, o sia del vero bello, come faceano. Il trecento fu il principio della nostra letteratura, non già il colmo, imperocchè non ebbe se non tre scrittori grandi: il quattrocento non fu corruzione nè [2] raffinamento del trecento, ma un sonno della letteratura (che avea dato luogo all’erudizione) la quale restava ancora incorrotta e peccava ancora più tosto di poco. Poliziano, Pulci. Il cinquecento fu vera continuazione del trecento e il colmo della nostra letteratura. Di poi venne il raffinamento del seicento, che nel settecento s’è solamente mutato in corruzione d’altra specie, ma il buon gusto nel volgo dei letterati non è tornato più, nè tornerà secondo me, perchè dal niente si può passare al buono, ma dal troppo buono o sia dal corrotto stimo che non si possa. Non il Bello ma il Vero o sia l’imitazione della Natura qualunque, si è l’oggetto delle Belle arti. Se fosse il Bello, piacerebbe più quello che fosse più bello e così si andrebbe alla perfezion metafisica, la quale in vece di piacere fa stomaco nelle arti. Non vale il dire che è il solo bello dentro i limiti della natura, perchè questo stesso mostra che è l’imitazione della natura dunque che fa il diletto delle belle arti, imperocchè se fosse il bello per se, vedesi che dovrebbe come ho detto più piacere il maggior bello, e così più piacere la descrizione di un bel mondo ideale che del nostro. E che non sia il solo bello naturale lo scopo delle Belle Arti vedesi in tutti i poeti specialmente in Omero, perchè se questo fosse, avrebbe dovuto ogni gran poeta cercare il più gran bello naturale che si potesse, dove Omero ha fatto Achille infinitamente men bello di quello che potea farlo, e così gli Dei ec. e sarebbe maggior poeta Anacreonte che Omero ec. e noi proviamo che ci piace più Achille che Enea ec. onde è falso anche che quello di Virgilio sia maggior poema ec. Passioni morti tempeste ec. piacciono egregiamente benchè sian brutte per questo solo che son bene imitate, e se è vero quel che dice il Parini nella Oraz. della poesia, perchè l’uomo niente tanto odia quanto la noia, e però gli piace di veder qualche novità ancorchè brutta. Tragedia. Commedia. Satira han per oggetto il brutto ed è una mera quistion di nome il contrastar se questa sia poesia. Basta che tutti la intendono per poesia Aristotele e Orazio singolarmente e che io dicendo poesia intendo anche questi generi. V. Dati Pittori ed. Siena 1795. p.57.66. Il brutto come tutto il resto deve star nel suo luogo: e nell’Epica e lirica avrà luogo più di raro ma spessissimo nella Commedia Tragedia Satira ed è quistion di parole ec. come sopra. Il vile di raro si dee descrivere perchè di raro può star nel suo luogo nella poesia (eccetto nelle Satire Commedie e poesia bernesca) non perchè non possa essere oggetto della poesia. Ancora potendo esser molti generi di una cosa e questi qual più qual meno degno, [3] niente vieta che dei diversi generi di poesia altro abbia per oggetto più particolarmente il bello altro il doloroso altro anche il brutto e il vile, e però qual sia più nobile e degno qual meno e non per tanto tutti sieno generi di poesia, nè ci sia oggetto di veruno di essi che non possa essere oggetto della poesia e delle arti imitative ec. La perfezione di un’opera di Belle Arti non si misura dal più Bello ma dalla più perfetta imitazione della natura.
1 Palazzo bello. Cane di notte dal casolare, al passar del
2 del viandante. Era la luna nel cortile, un lato Tutto ne
3 ne illuminava, e discendea Sopra il contiguo lato obliquo
4 obliquo un raggio... Nella (dalla) maestra via s’udiva il carro
5 Del passegger, che stritolando i sassi, Mandava un suon,
6 Mandava un suon, cui precedea da lungi Il tintinnìo de’ mobili
7 mobili sonagli. Onde Aviano raccontando una favoletta dice
8 un suo bambolo, minacciogli se non taceva che l’avrebbe
9 mangiare a un lupo. E che un lupo che a caso di là passava,
10 di là passava, udendo dir questo alla donna credettele
11 dicesse vero, e messosi innanzi all’uscio di casa così
12 quella vivanda. Come poi vi stesse tutto quel tempo e la
13 sasso o altro, Aviano lo saprà che lo dice. E aggiugne
14 s’addormentò, e quando bene non l’avesse fatto non ci
15 stato pericolo. E fatto tardi, tornato alla moglie senza
16 aspettare fino a sera, disse quello che nell’autore puoi vedere.
17 nell’autore puoi vedere. (Luglio o Agosto 1817). Una Dama vecchia
18 parole antiche, e avutili, poco dopo rendendoglieli disse
19 al tempo suo. Rispose il giovane: Anzi credea che s’usassero
20 molto antiche. Tutta la notte piove E ritornan le feste
21 Cesare e Giove. Dal niente in letteratura si passa al mezzo
22 mezzo e al vero, quindi al raffinamento: da questo non c’è
23 tornato al vero. Greci e latini italiani. Lo squisito gusto
24 ancora corrotto. P.E. i cinquecentisti volgari non peccavano
25 d’altro che di poco, non di troppo, e però erano attissimi a
26 bene del molto, o sia del vero bello, come faceano. Il trecento
27 come faceano. Il trecento fu il principio della nostra
28 nostra letteratura, non già il colmo, imperocchè non ebbe se
29 del trecento, ma un sonno della letteratura (che avea
30 tosto di poco. Poliziano, Pulci. Il cinquecento fu vera
31 nostra letteratura. Di poi venne il raffinamento del seicento,
32 del seicento, che nel settecento s’è solamente mutato
33 d’altra specie, ma il buon gusto nel volgo dei letterati
34 è tornato più, nè tornerà secondo me, perchè dal niente
35 passare al buono, ma dal troppo buono o sia dal corrotto stimo
36 non si possa. Non il Bello ma il Vero o sia l’imitazione
37 Natura qualunque, si è l’oggetto delle Belle arti. Se fosse
38 delle Belle arti. Se fosse il Bello, piacerebbe più quello
39 perfezion metafisica, la quale in vece di piacere fa stomaco nelle
40 stomaco nelle arti. Non vale il dire che è il solo bello dentro
41 della natura, perchè questo stesso mostra che è l’imitazione
42 delle belle arti, imperocchè se fosse il bello per se, vedesi
43 bello per se, vedesi che dovrebbe come ho detto più piacere
44 maggior bello, e così più piacere la descrizione di un
45 che del nostro. E che non sia il solo bello naturale lo
46 specialmente in Omero, perchè se questo fosse, avrebbe dovuto ogni
47 che si potesse, dove Omero ha fatto Achille infinitamente
48 che potea farlo, e così gli Dei ec. e sarebbe maggior poeta
49 che Omero ec. e noi proviamo che ci piace più Achille
50 Achille che Enea ec. onde è falso anche che quello di Virgilio
51 maggior poema ec. Passioni morti tempeste ec. piacciono egregiamente
52 bene imitate, e se è vero quel che dice il Parini nella
53 Parini nella Oraz. della poesia, perchè l’uomo niente tanto
54 quanto la noia, e però gli piace di veder qualche novità
55 ancorchè brutta. Tragedia. Commedia. Satira han per oggetto
56 questa sia poesia. Basta che tutti la intendono per poesia
57 questi generi. V. Dati Pittori ed. Siena 1795. p.57.66.
58 ed. Siena 1795. p.57.66. Il brutto come tutto il resto deve
59 di parole ec. come sopra. Il vile di raro si dee descrivere
60 della poesia. Ancora potendo esser molti generi di una
61 qual meno degno, [3] niente vieta che dei diversi generi
62 brutto e il vile, e però qual sia più nobile e degno qual
63 generi di poesia, nè ci sia oggetto di veruno di essi che
64 imitative ec. La perfezione di un’opera di Belle Arti