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Jun 4, 2018

Divina Commedia 3° selezione

1 ragionato questo, li occhi lucenti lagrimando volse, 117 per
2 lagrimando volse, 117 per che mi fece del venir più presto.
3 venir più presto. E venni a te così com' ella volse: d'inanzi
4 andar ti tolse. Dunque: che è? perché, perché restai, perché
5 perché restai, perché tanta viltà nel core allette, 123
6 core allette, 123 perché ardire e franchezza non hai,
7 franchezza non hai, poscia che tai tre donne benedette curan
8 corte del cielo, 126 e 'l mio parlar tanto ben ti promette?».
9 ben ti promette?». Quali fioretti dal notturno gelo chinati
10 chinati e chiusi, poi che 'l sol li 'mbianca, 129 si drizzan
11 in loro stelo, tal mi fec' io di mia virtude stanca, e
12 virtude stanca, e tanto buono ardire al cor mi corse, 132
13 cor mi corse, 132 ch'i' cominciai come persona franca
14 le parole tue, 138 ch'i' son tornato nel primo proposto.
15 primo proposto. Or va, ch'un sol volere è d'ambedue: tu
16 d'ambedue: tu duca, tu segnore e tu maestro». 141 Così li dissi;
17 che mosso fue, intrai per lo cammino alto e silvestro.
18 alto e silvestro. 10 CANTO III [Canto terzo, nel quale tratta
19 fiume d'Acheronte, de la pena di coloro che vissero sanza opere
20 di fama degne, e come il demonio Caron li trae in sua nave
21 papa Cilestino.] 'Per me si va ne la città dolente, per
22 città dolente, per me si va ne l'etterno dolore, 3 per
23 l'etterno dolore, 3 per me si va tra la perduta gente. Giustizia
24 perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore; fecemi
25 divina podestate, 6 la somma sapïenza e 'l primo amore. Dinanzi
26 'l primo amore. Dinanzi a me non fuor cose create se non
27 se non etterne, e io etterno duro. 9 Lasciate ogne speranza,
28 ogne speranza, voi ch'intrate'. Queste parole di colore
29 ch'io: «Maestro, il senso lor m'è duro». Ed elli a me, come
30 Ed elli a me, come persona accorta: «Qui si convien lasciare
31 qui sia morta. Noi siam venuti al loco ov' i' t'ho detto
32 l'intelletto». E poi che la sua mano a la mia puose con
33 con lieto volto, ond' io mi confortai, 21 mi mise dentro
34 segrete cose. Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavan
35 sanza stelle, 24 per ch'io al cominciar ne lagrimai. Diverse
36 cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, parole
37 orribili favelle, parole di dolore, accenti d'ira, 27 voci
38 accenti d'ira, 27 voci alte e fioche, e suon di man con
39 facevano un tumulto, il qual s'aggira sempre in quell' aura sanza
40 sanza tempo tinta, 30 come la rena quando turbo spira. E io
41 quando turbo spira. E io ch'avea d'error la testa cinta, dissi:
42 la testa cinta, dissi: «Maestro, che è quel ch'i' odo? 33
43 quel ch'i' odo? 33 e che gent' è che par nel duol sì vinta?».
44 duol sì vinta?». 11 Ed elli a me: «Questo misero modo tegnon
45 e sanza lodo. Mischiate sono a quel cattivo coro de li
46 fedeli a Dio, ma per sé fuoro. Caccianli i ciel per non
47 esser men belli, né lo profondo inferno li riceve, 42 ch'alcuna
48 inferno li riceve, 42 ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli».
49 avrebber d'elli». E io: «Maestro, che è tanto greve a lor
50 li fa sì forte?». 45 Rispuose: «Dicerolti molto breve. Questi
51 «Dicerolti molto breve. Questi non hanno speranza di morte, e la
52 speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, 48 che
53 è tanto bassa, 48 che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte.
54 d'ogne altra sorte. Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia
55 ragioniam di lor, ma guarda e passa». E io, che riguardai,
56 che riguardai, vidi una 'nsegna che girando correva tanto
57 correva tanto ratta, 54 che d'ogne posa mi parea indegna; e dietro
58 tratta di gente, ch'i' non averei creduto 57 che morte tanta
59 n'avesse disfatta. Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto,
60 riconosciuto, vidi e conobbi l'ombra di colui 60 che fece
61 gran rifiuto. Incontanente intesi e certo fui che questa
62 setta d'i cattivi, 63 a Dio spiacenti e a' nemici sui. Questi
63 a' nemici sui. Questi sciaurati, che mai non fur vivi,
64 non fur vivi, erano ignudi e stimolati molto 66 da mosconi
65 vespe ch'eran ivi. Elle rigavan lor di sangue il volto, che,
66 sangue il volto, che, mischiato di lagrime, a' lor piedi
67 vermi era ricolto. E poi ch'a riguardar oltre mi diedi, vidi
68 oltre mi diedi, vidi genti a la riva d'un gran fiume; 72
69 dissi: «Maestro, or mi concedi 12 ch'i' sappia quali sono,
70 sappia quali sono, e qual costume le fa di trapassar parer
71 parer sì pronte, 75 com' i' discerno per lo fioco lume».
72 lo fioco lume». Ed elli a me: «Le cose ti fier conte quando
73 d'Acheronte». Allor con li occhi vergognosi e bassi, temendo
74 vergognosi e bassi, temendo no 'l mio dir li fosse grave, 81
75 li fosse grave, 81 infino al fiume del parlar mi trassi.
76 parlar mi trassi. Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio,
77 nave un vecchio, bianco per antico pelo, 84 gridando: «Guai
78 gridando: «Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo:
79 tenebre etterne, in caldo e 'n gelo. E tu che se' costì,
80 che se' costì, anima viva, pàrtiti da cotesti che son morti».
81 che son morti». 90 Ma poi che vide ch'io non mi partiva,
82 non mi partiva, disse: «Per altra via, per altri porti verrai
83 verrai a piaggia, non qui, per passare: 93 più lieve legno
84 che ti porti». E 'l duca lui: «Caron, non ti crucciare:
85 che si vuole, e più non dimandare». Quinci fuor quete
86 livida palude, 99 che 'ntorno a li occhi avea di fiamme
87 di fiamme rote. Ma quell' anime, ch'eran lasse e nude, cangiar
88 lasse e nude, cangiar colore e dibattero i denti, 102
89 dibattero i denti, 102 ratto che 'nteser le parole crude..